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Nemici d’Amore - Lacrime, Follia e Passione

Teatru Manoel, il-Belt Valletta

11 ta’ Jannar 2026

17:00

€10-€40

Artist wieħed jittrasforma fi tmien rivali operistiċi permezz ta’ bidliet bla xkiel fil-kostumi, metamorfożi diretta, u interpretazzjonijiet mużikali mill-ġdid kuraġġużi akkumpanjati minn kitarra barokka u harpsicord.

Artista: La Terza Prattica ma’ Francesca Lombardi Mazzulli (Sopran)

Programm


L-Ewwel Kapitlu. Imperial enemies: Nero vs. Octavia


Claudio Monteverdi (1567 – 1643)


L’Incoronazione di Poppea (1642)


Nero:   Quell’eccelso Diadema, Ma, che dico che dico 

Sono Rubini Amorosi


Sinfonia


Octavia:     Disprezzata Regina



It-Tieni Kapitlu. Heavenly enemies: Aurora vs. Procris


Francesco Cavalli (1602 – 1676)

Gli Amori d’Apollo e di Dafne (1640)


Aurora:   Ben da dovero son gli amanti canuti


La Suave Melodia (Andrea Falconieri)


Procris:   Volgi, deh volgi il piede (lamento)



It-Tielet Kapitlu. London enemies: Armida vs. Almirena


George Frideric Handel (1685 – 1759)

Rinaldo (1711)


Preludio

Allemanda


Armida: Furie Terribili


Celebrated Lesson (William Babell)


Almirena: Lascia ch’io pianga



Ir-Raba' Kapitlu. Venetian enemies: Cleonilla vs. Tullia

 

Antonio Vivaldi (1678 – 1741)

Ottone in Villa (1713)


Largo from L’ Inverno


Cleonilla: Amor con la sua Man - Che fè, che Amor per te


Tullia: Ah che non vuoi sentirmi, Misero Spirto mio



Epilogu


Lirika:


L’Incoronazione di Poppea


Nerone:

Quell'eccelso diadema ond'io sovrasto degl'uomini, e de' regni alle fortune, 

teco divider voglio,e allor sarò felice 

quando il titol avrai d'imperatrice; 

ma che dico, o Poppea! 

Troppo picciola è Roma ai merti tuoi, troppo angusta è l'Italia alle tue lodi, 

e al tuo bel viso è basso paragone 

l'esser detta consorte di Nerone; 

e han questo svantaggio i tuoi begl'occhi, che, trascendendo i naturali esempi,e per modestia non tentando i cieli,non ricevon tributo d'altro onore, 

che di solo silenzio, e di stupore […]

Idolo mio,celebrarti io vorrei,ma son minute fiaccole, e cadenti, dirimpetto al tuo sole i detti miei.


Son rubin amorosi i tuoi labbri preziosi,il mio core costanteè di saldo diamante,così le tue bellezze, ed il mio coredi care gemme ha fabbricato Amore. 


Ottavia:

Disprezzata regina,del monarca romano afflitta moglie, 

che fo, ove son, che penso?O delle donne miserabil sesso:se la natura e 'l cielolibere ci produce,il matrimonio c'incatena serve. 

Se concepiamo l'uomo,o delle donne miserabil sesso,al nostr'empio tiran formiam le membra, 

allattiamo il carnefice crudeleche ci scarna e ci svena,e siam forzate per indegna sortea noi medesme partorir la morte. 

Nerone, empio Nerone,marito, o dio, marito bestemmiato pur sempre,e maledetto dai cordogli miei, dove, ohimè, dove sei? 

In braccio di Poppea,tu dimori felice e godi, e intantoil frequente cader de' pianti mieipur va quasi formandoun diluvio di specchi, in cui tu miri, 

dentro alle tue delizie, i miei martiri. 

Destin, se stai lassù,Giove ascoltami tu,se per punir Neronefulmini tu non hai,d'impotenza t'accuso,d'ingiustizia t'incolpo;ahi, trapasso tropp'oltre, e me ne pento, sopprimo e seppellisco 

in taciturne angosce il mio tormento. 



Gli Amori d’Apollo e di Dafne


Aurora:

Ben da dovero stolti

son gl'amanti canuti,

se in paragon de' lor rugosi volti

credon, ch'un giovinetto si rifiuti.

Son sempre mal veduti, e mal graditi

vecchi Narcisi, e Adoni rimbambiti.

Sappia l'isipida piuma,

che la lanugine d'oro

è quella, che alle ninfe il cor consuma

in dolce, e soavissimo martoro.

Cedano i padri pur, cedano ai figli,

ch'amor ricerca forze, e non consigli.

La fresca giovanezza

è 'l giardin degl'amori,

e la fredda, ed insipida vecchiezza

è l'arca dei dispetti, e dei rancori,

mentre non può allenar le forze frali

proverbi intreccia, e riferisce annali. […]

Disamar dolce pomo,

per gradir rozzo sorbo

è un tralasciare in abbandono l'uomo,

è infracidirsi per gustare al corbo

insomma ninfa, ch'ama un vecchio frale,

mostra de' cimiteri esser rivale.


Però Cefalo mio,

non temer di Titone,

né sospettar, che la mia fede pura

abbia lusinghe in bocca, e frodi in seno.

Te solo adoro, e per te solo amando

in dolcissima fiamma ardo, e sfavillo;



Procri:

Volgi, deh volgi il piede

bellissimo assassin della mia fede.

Dico rivolgi il piè

o mancator, perché

dal tuo novello, ed invocato amore

non spero più, che tu rivolga il core;

sia pur la tua rival de' sensi tuoi,

e di pensieri il punto, ed il compasso,

e lasci a me sol del tuo piede un passo.

Io son pur quella Procri,

che dagli amori tuoi delizia fu.

Lassa, io m'inganno, io non son quella più.

O spergiuro infedele,

io nell'Aurora tua

sospiro la mia sera,

e vedo il disperato mio desio.

Nell'altezze di lei l'abisso mio,

e pur ancora io t'amo,

il tradimento, ohimè mi svena il core,

e al mio dispetto adoro il traditore.

Così povero adunque

è il cielo di bellezze,

che cercano le dèe gli amanti in terra?

Ha penuria l'Olimpo

d'amabili sembianze?

Né sa l'aurora ritrovarsi amanti,

s'alle mie calde innamorate voglie

le dolcezze non ruba, e 'l ben non toglie.

Cefalo torna a me,

io son colei, che tua diletta fu,

lassa, io m'inganno, io non son quella più.

Ohimè la gelosia

mi stimola a bestemmie, ed a furori.

Ma perch'è diva l'alta mia rivale,

religione, e riverenza insieme

sul fondo al core i miei singulti preme,

ma 'l peggiore del mio non ha l'inferno.

Pon maledire i miseri dannati,

io trafitta, ed ardente, e lacerata

dannata son, e maledir non possso.

Cefalo riedi a me,

io son colei, ch'idolo tuo già fu,

lassa, io m'imganno, e non son quella più.

Deh ricevete, o selve,

accettate, o deserti

d'un pianto amaro il tacito tributo:

eccessivo è il dolor quand'regli è muto.


Rinaldo


Armida:

Furie terribili circondatemi, seguitatemi

Con faci orribili


Almirena:

Lascia ch’io pianga mia cruda sorte

E che sospiri la libertà.

Il duolo infranga queste ritorte

De’ miei martiri sol per pietà.



Ottone in villa


Cleonilla:

«Amor, con la sua man fedele ei scrivala gran promessa, il giuramento mio;solo Ostilio adorar, seguir vogl’io,e Caio aborrirò per fin ch’io viva».

Che fé,che amorper te nel cor,sempre costanteamante,riserberò.Non dubitarche amarsempre ti voglio sì,e se mi ferìquel vivo cinabrodel tuo labbroancor l’adorerò.



Tullia:

Misero spirto miospirami sol vendetta,più non parlar d’amor, no!Ma come posso, oh dio,spuntar la mia saetta,s’adoro il traditor.




Artisti



Ensemble La Terza Prattica


Francesca Lombardi Mazzulli

Sopran


Juan José Francione

archlute and kitarra barokka


Massimiliano Toni

harpsichord, arranġamenti and direzzjoni mużikali


Francesco Gonzales

kostumi u props


Deda Cristina Colonna

staging


kostumi minn Ada Del Conte


*Għal iżjed informazzjoni fuq il-programm u l-bijografiji ara l-verżjoni tal-website bl-Ingliż.

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